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Telecom, Asati: "Ingiustificato il super-bonus a Cattaneo"

Corriere delle Comunicazioni

18-04-2016  | Link http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/40899_telecom-asati-ingiustificato-il-super-bonus-a-cattaneo.htm Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

Il presidente Lombardi: "54 milioni sono troppi, gli altri ceo europei guadagnano molto meno. Perché mancano obiettivi su fatturato e andamento in Borsa?"

di Andrea Frollà

Ridurre la percentuale di calcolo dello Special Award previsto per Flavio Cattaneo e altri manager e aumentare contestualmente il premio dei risultati ai dipendenti. Sono queste le due richieste di Asati, associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, che in una lettera firmata dal presidente Franco Lombardi indirizzata al presidente esecutivo della compagnia Giuseppe Recchi, al Cda della telco, a Vivendi e al Comitato gestori dei fondi chiede di rivedere il bonus turnaround proposto dall’ultimo consiglio di amministrazione del Gruppo.

I calcoli di Asati sullo stipendio di Cattaneo - Il Consiglio direttivo dell’Associazione, riunitosi nella giornata di ieri, mette nel mirino la formulazione dello Special Award sottolineando anche “il pesante disallineamento tra CDA e Collegio sindacale che addirittura ha portato ad una segnalazione alla Consob fatto, a memoria, mai accaduto nella storia della società”. Asati punta il dito sulla configurazione del bonus ulteriore delineata dall’ultima cda di Telecom Italia, in particolare sul fatto che “se l’obiettivo congiunto su Ebitda, costi, debito netto, viene raggiunto anche per un solo anno, nell’ipotesi di uscita dopo un anno, questo importo verrà automaticamente moltiplicato per 4 e corrisposto al 2020 fino ad un massimo di 40 milioni con l’80% in azioni, con il vantaggio di una tassazione del 27% e 20% cash, nell’ipotesi di permanenza per quattro anni si sommeranno anno per anno gli importi maturati”. L’Associazione dei piccoli azionisti fa poi i conti in tasca al nuovo Ad, spiegando che “oltre al bonus di ingresso di 2,5 milioni di euro, mai dato tra l’altro, a quanto a noi risulta a nessun Ad nella storia della Sip-Telecom, l’Ad dovrebbe percepire uno stipendio annuo di 1,4 milioni di euro e un MBO (management by objectives, ossia una parte variabile legata ad obiettivi prefissati, ndr) di 1,4 milioni all’anno in linea con quello dell’Ad precedente”.

“Special Award da 40 milioni dopo appena 1 anno” - Dopo aver snocciolato conti e cifre, Asati commenta gli obiettivi dati per lo Special Award su Ebitda, costi, debito netto sostenendo che “sarebbe stato più serio porre un obiettivo anche sui ricavi, la più grande criticità di Telecom italia che ha perso in 5 anni circa 10 miliardi di fatturato” e che “è come se l’obiettivo fosse stato dato su una voce sola, avendo i costi influenza sia su Ebitda sia su debito”. Inoltre, fa notare la lettera, “l’MBO del Vertice prevede già una remunerazione al superamento dell’obiettivo dell’Ebitda, quindi l’Ad con lo special award su Ebitda verrebbe pagato due volte”.

Asati commenta poi le indiscrezioni circate su alcuni blog circa la sospensione della solidarietà per un mese a 10 lavoratori nell’ambito della linea finanza: “Questo confermerebbe che l’obiettivo principale è la riduzione dei costi solo lì infatti la finanza potrebbe intervenire in tempi celeri”. La lettera, inviata per conoscenza anche alla Consob e al suo presidente Giuseppe Vegas, prende in esame un’ipotesi relativa al 1° anno di carica di Cattaneo: “Tenendo presente una riduzione dei costi del 4%, su circa 11 miliardi di costi del Gruppo Telecom Italia, una crescita di Ebitda del 1,9%, una riduzione del debito dell’1%, percentuali non certo challenger, il raggiungimento dei 40 milioni verrebbero accantonati e corrisposti all’AD nell’ipotesi di un’uscita dopo il primo anno nel 2020”.

In sostanza, secondo i calcoli di Asati, se Cattaneo salutasse Telecom Italia anche solo dopo un anno si metterebbe in tasca 54 milioni di euro: 11,2 milioni tra fisso e Mbo (1,4 di fisso e 1,4 di Mbo moltiplicati comunque per 4 anni), 40 milioni di Special Award e 2,8 di ulteriore compenso da Direttore Generale (l’Ad è stato infatti assunto anche come Dg e, spiega Asati, secondo il contratto dei dirigenti potrebbe percepire fino a 24 mensilità aggiuntive). "Sembra quasi - spiega Asati - che si sia voluto offrire una sorta di potenziale paracadute preventivo".

Per Asati stipendio complessivo “assolutamente esorbitante” - Dopo il confronto con altri ceo (1,32 milioni nel 2015 tra fisso e variabile per Stephane Richard, ceo di Orange, e 3,52 milioni per Timotheus Hotiges, ceo di Deutsche Telecom AG, tanto per citarne alcuni), l’Associazione si concentra sull’attuale situazione economica della telco italiana: “Non si può ignorare il contesto con 27 miliardi di debito netto, 28 miliardi di goodwill, la perpetuazione di contratti di solidarietà difensiva per quattro anni su 30mila dipendenti in Italia, con un peso tra 100-200 euro lordi mese sugli stipendi, l’annullamento degli aumenti retributivi per dipendenti, quadri e dirigenti nel 2015, la non conoscenza ad oggi di quanto ammonta il premio di risultato (PDR) per tutti i dipendenti per il 2015, il perdurare per 3 anni consecutivi dell’assenza di dividendi per le azioni ordinarie, multe di centinaia di milioni di euro da parte Autorità di settore”.

Pur dicendosi “non contraria all’introduzione di uno strumento innovativo per l’incentivazione agli obiettivi” seppur attualmente “deficitari per una performance completa dell’Ad”, Asati sostiene che l’importo complessivo di Cattaneo sia “assolutamente esorbitante” specialmente perché potrebbe percepirlo “se uscisse, caso che potrebbe accadere, dopo un solo anno”. Un’ipotesi, quest’ultima, che secondo i piccoli azionisti è infatti tutt’altro che non credibile: in primo luogo perché il Consiglio di Amministrazione scade ad aprile 2017, appunto tra un anno; in seconda battuta perché “molti fondi esteri non hanno gradito molto l’opposizione in assemblea del 15 dicembre scorso da parte di Vivendi sulla conversione delle azioni di risparmio”; ancora, in quanto “Xavier Niel ha disponibile con strumenti finanziari una quota potenziale di circa il 15%”; infine, “la cosa che ha più influenza sulle nostre osservazioni e che oggi 9 consiglieri su 16 sono stati nominati da Telco, non più azionista di Telecom e che recentemente in diverse assemblee le minoranze e i fondi hanno avuto di gran lunga la maggioranza rispetto a Telco stessa, per cui si potrebbero creare delle liste delle minoranze non più a tre Consiglieri ma ad un numero ben superiore”.

Le richieste dei piccoli azionisti - Considerando dunque “una percepibile carenza del modello presentato”, dettata secondo Asati dall’assenza della voce ricavi fra gli obiettivi nonché di indicazioni sui dividendi e sull’andamento del titolo in Borsa, e sottolineando il fatto che senza l’apporto di tutti i lavoratori del Gruppo gli obiettivi previsti “non si possono nemmeno tentare di raggiungere”, l’Associazione chiede due modifiche allo Special Award:

· La riduzione dal 5,5% all’1%, suddivisa tra lo 0.7% all’Ad e il resto agli altri manager, della percentuale di miglioramento ottenuto rispetto ai target consolidati di EBITDA, riduzione di Opex e PFN

· Un adeguato aumento dell’importo del premio di risultato a tutti i dipendenti, tramite anche lo strumento del PAD (azioni ai dipendenti) perché “sono loro che contribuiscono in maniera determinante agli obiettivi raggiunti dall’Ad e dal resto delle risorse destinataria di incentivazioni, e che dovrebbero sostenere il ventilato turnaround dell’azienda dopo che per quattro anni sono in solidarietà difensiva”

Intanto, l’Asso-consum, associazione per la difesa dei consumatori degli utenti e dei cittadini, componente CNCU, ha inviato un esposto al collegio sindacale di Telecom Italia e alla Consob: “Ci sembra esagerato elargire questo benefit. Ci si trova davanti lo stesso ritornello della classe dirigente che si strapaga - afferma il presidente dell’Associazione Aldo Perrotta - Non vorremmo, inoltre, che la squadra dirigenziale ottenga soddisfacenti risultati in bilancio, attraverso servizi non richiesti (come palesano le numerose multe dell’Antitrust), fatturazioni errate, licenziamenti e decentramenti di servizi all’estero”.

   
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